VALUTAZIONE CONDIVISA

Cosa vuol dire valutare

La valutazione spesso viene confusa con l’atto di misurare. Misurare cosa? Calcoliamo con un’unità di misura, il voto numerico, il livello della prestazione di uno studente o studentessa. Cosa permette di fare questa operazione? L’errore. La misurazione, in questo caso è di tipo sottrattivo. Tanti errori fai e più basso è il voto. Ci troviamo di fronte ad un’azione che poco ha a che fare con la valutazione, se non nulla.

Valutare vuol dire letteralmente: Valitus è il participio passato di Valeo, valére: essere forte, stare bene, avere valore. Nel suo significato etimologico il termine valutazione rinvia all’idea di attribuire un valore, di dare un peso, stimare, avere in considerazione.

Chiediamoci dunque, se quello che ho descritto poco sopra rispecchia la definizione etimologica di valutazione.

Valutare, come?

Se vogliamo dare valore a ciò che un bambino/a, o ragazzo/a fa, bisogna ricorrere ad altro tipo di strumento. La valutazione ha preso in questi ultimi anni nomi diversi, come descrittiva, formativa e educativa. Alla base c’è un elemento in comune: fornire a chi sta imparando una breve relazione su come ha approcciato un lavoro in funzione di un obiettivo. Se l’obiettivo, ad esempio, è scrivere un testo descrittivo, allora nella relazione si troveranno scritti tutti i riferimenti congrui con un lavoro del genere (riferimenti all’ortografia, alla presentazione dei contenuti…).

La valutazione si fa educativa perché, oltre a evidenziare il modo in cui una persona ha operato, si danno anche suggerimenti per migliorare.

Un esempio di valutazione educativa potrebbe essere (rimanendo nel testo descrittivo): il testo è coerente con la richiesta della traccia; c’è un buon uso delle forme verbali e  hai usato termini appropriati. Si evidenzia qualche errore a carico dell’ortografia. Prova ad esercitarti sugli accenti.

In questo caso, non solo si restituisce un’analisi del lavoro svolto, ma viene valorizzato anche l’errore che è quell’elemento che permette un’evoluzione, un miglioramento. Mentre, in una misurazione con voto, l’errore è proprio quello su cui viene scaricata la responsabilità di un fallimento.

Valutazione condivisa

Per aiutare bambini e ragazzi a maturare la consapevolezza del proprio operato in funzione di un obiettivo, occorre adottare la valutazione descrittiva. Per rendere il lavoro più semplice, ci vengono in aiuto delle semplici griglie che, in un futuro, potranno essere anche elaborate insieme ai nostri alunni e studenti.
Mi piacerebbe ora raccontarvi una mia esperienza di valutazione condivisa.
 
Fase 1

Presentazione degli obiettivi di una materia ad alunni e studenti.

Fase 2

Presentazione della griglia di valutazione in ogni sua parte.

Fase 3

Invitare alunni e studenti ad utilizzare la griglia in modo condiviso con il gruppo classe.

Fase uno

Presentate gli obiettivi di apprendimento ai vostri alunni di modo che sappiano verso che direzione sta puntando il loro lavoro per una determinata materia. Sarebbe meglio prevedere anche delle griglie in cui è prevista un'analisi sulla capacità di fare collegamenti tra i vari ambiti di studio.

Fase due

Una volta che avrete creato la vostra griglia di valutazione, presentatela ai vostri alunni spiegandone ogni sua parte.

Fase tre

Dopo che un'attività sarà terminata (non una semplice esercitazione ma un vero e proprio progetto educativo come ad esempio la costruzione di una ricerca su un determinato argomento), coinvolgete la classe nel cuore della fase valutativa, attraverso la griglia. Il gruppo esprimerà una valutazione grazie all'aiuto della griglia che concentrerà l'attenzione sui diversi elementi del lavoro presentato.

Perché condividere?

La condivisione permette dei passaggi molto importanti. Non basta manifestare il proprio parere a riguardo (ad esempio: l’esposizione è stata chiara ma non esaustiva). Occorre coinvolgere gli alunni nell’essere competenti a tal punto che riescono anche a dare i consigli per migliorare il lavoro svolto.

Puntare su una valutazione di questo tipo aiuta chi è valutato e anche chi valuta. L’insegnante è un supervisore (in termini artistici, un regista) e subentra per guidare nell’analisi qualitativa del lavoro svolto ed esaminato dai compagni.

Questo tipo di valutazione spinge verso una autonomia e verso una autovalutazione.

Si tratta di una valutazione reale che non danneggia uno degli aspetti più importanti della vita delle persone, quello emotivo-relazionale. I bambini e i ragazzi non sono macchine, sono persone; hanno sentimenti e vivono emozioni. Stanno imparando a vivere in comunità e condividono obiettivi. Offriamo loro uno spazio in cui la collaborazione, da tutti i punti di vita, è l’elemento basilare. Anche in presenza di bambini con disabilità, questo tipo di valutazione può essere inclusiva. Si va ad analizzare e apprezzare il contributo di tutti. Un gruppo coeso, non competitivo, comporta una spinta motivazionale molto forte per ognuno dei suoi componenti.

Importantissimo è costruire percorsi in cui la conoscenza si costruisce insieme agli altri. Approfondiremo questo aspetto in un altro articolo.

Ora vi lascio del materiale che ho sviluppato per affrontare con i miei alunni il lavoro che vi ho appena descritto. Spero possa esservi utile! Le griglie vi suggeriscono anche un modo di approcciare alla didattica che consente agli alunni di essere sempre in un contesto di condivisione, anche durante le attività.

 

Esempi di obiettivi e griglie di valutazione

Clicca sull'immagine e scarica il materiale per vedere una presentazione di obiettivi e le griglie di valutazione.

Esempi di obiettivi e griglie di valutazione

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Esempi di obiettivi e griglie di valutazione

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La ricerca

Clicca sull'immagine e scarica il materiale per conoscere la valutazione durante un'attività di ricerca.

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