La falsa amica “comodità”

Carissimi amici, questo piccolo articolo sarà per me occasione di condividere un mio pensiero, una riflessione su quanto ho osservato in questi ultimi tempi. Ormai sta spopolando un attrezzo posto negli esercizi commerciali. Si tratta di una cassa automatica. Quando si va nel negozio, si fa l’acquisto e poi la commessa o il commesso ci dice l’importo. Noi non diamo più i soldi alla persona ma alla super macchina che, con precisione impeccabile, si prende il denaro e ci darà anche il resto, se previsto. Perché l’hanno messa? Ho provato a cercare i lati positivi. Ne ho trovato uno solo: i commercianti (specie chi lavora con il cibo) non tocca più i soldi. Per il resto vedo, prima di tutto, perdita di lavoro. Già nei supermercati le casse automatiche hanno tolto lavoro a diverse persone. Un giorno mi trovavo in un negozio nella città di Parigi. Ho visto sette casse completamente automatiche. C’è perdita di lavoro per le persone e perdita di contatto umano. Per tornare agli aspetti negativi di questa robotizzazione della società, ho pensato anche a quando, una volta, mandare un bambino in un negozio era uno stratagemma interessante per testimoniare l’utilità della matematica. Dicevamo: “Stai attento quando la cassiera ti darà il resto!” Ora non abbiamo più questa bella occasione, perché il bambino sa che per certo il resto sarà giusto…glielo dà la macchina! E la cassiera non farà più i conti come un fulmine perché il suo cervello perderà questa abilità. Io sono terrorizzata dal dilagare delle macchine. Il nostro cervello in migliaia di anni si è evoluto perché lo abbiamo tenuto in costante allenamento. Ci siamo dovuti letteralmente ingegnare per far funzionare ogni cosa nella nostra vita. L’intelligenza artificiale ci mangerà letteralmente il cervello! Intanto abbiamo iniziato con la memoria. Quanti di noi sanno più di 4 numeri di telefono a memoria (incluso il proprio)? Fermiamoci un attimo e iniziamo a pensare a tutto ciò che è venuto incontro alle nostre pigre comodità. Scopriremo tutte le abilità che stiamo perdendo, fisiche e cognitive. Non voglio demolire il digitale o le tecnologie che sono arrivate nelle nostre vite, ma se facciamo molta attenzione, saremo in grado di capire che i nostri nonni erano delle potenze in confronto a noi. Il vivere in modo agiato può anche non essere sinonimo di benessere per noi. Ricordiamoci che la tecnologia aiuta nel momento in cui non disponiamo di alcune risorse oppure quando un incidente o una malattia ce le porta via (e anche in quel caso, il nostro cervello è in grado di fare delle cose fantascientifiche). Se le risorse, per muoverci o per interagire con il mondo esterno ci sono, è paradossale perderle di proposito perché non abbiamo voglia esercitarle e tenerle in allenamento. 

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