Maestra, aiutami a fare da solo!

Vi sarete chiesti: cosa c’entra l’immagine di una lezione di nuoto con la frase della grande pedagogista Maria Montessori?

Un nesso c’è! Ho sempre creduto che il mondo dello sport sia emblematico per tutti gli insegnanti di questo mondo. L’allenatore, o se preferite il termine inglese “coach”, ha a cuore che i suoi allievi imparino ad essere autonomi nello svolgimento di esercizi o tecniche specifiche. Per fare questo, non si sostituisce mai a loro ma fornisce costantemente degli strumenti per poter raggiungere l’obiettivo. Nell’immagine che vedete, l’allenatrice sta aiutando la bambina ad imparare una tecnica del nuoto; le ha fornito uno strumento, con il quale la piccola familiarizza avvertendone il sostegno adeguato. Il passo successivo è rappresentato dal bambino sullo sfondo, che usa lo strumento in autonomia. Step finale, sarà quello in cui i bambini possono o meno (dipende dalle caratteristiche del singolo) “staccarsi” dallo strumento che li ha aiutati e sostenuti.

A scuola, a mio avviso, bisogna ripercorrere le medesime fasi:

Affiancare con degli strumenti

L'insegnante introduce gli strumenti che serviranno ai bambini per approcciare una particolare attività e li affianca per sostenerli

Verso l'autonomia con il solo aiuto degli strumenti

L'insegnante lascia che i bambini svolgano attività utilizzando gli strumenti presentati in precedenza

Autonomia e consapevolezza

I bambini si muovono in autonomia, con consapevolezza del proprio modo di interagire con le richieste esterne e sanno autovalutare il loro percorso di apprendimento

- L'autovalutazione -

Tra gli infiniti strumenti che possono essere consegnati ai bambini per “aiutarli a fare da soli”, ci sono quelli per l’autovalutazione. 

L’insegnante, che sceglie questo tipo di percorso, accetta di non essere autoreferenziale. I bambini, o i ragazzi, non “pendono dalle labbra” del loro docente che emette giudizi sul loro operato. Al contrario, concepiscono loro stessi come una risorsa importante per affrontare la realtà circostante. 

Se siamo in un contesto educativo in cui queste strategie didattiche vengono condivise da tutto il team, allora il lavoro sarà molto più semplice e darà evidenze molto rapidamente. Ma questo non deve scoraggiare chi si dovesse trovare in un ambiente in cui il docente è concepito come l’unico protagonista assoluto della valutazione. Si può fare, lo stesso.

L’attuale classe prima in cui insegno mi sta mettendo alla prova per diversi motivi. Quello più urgente è rendere consapevoli i bambini del loro modo di stare in un contesto in cui si svolgono attività tutti insieme. Il cosiddetto “comportamento”. Questo aspetto per me è alquanto critico poiché non ho mai vestito i panni della “maestra del controllo”. Cerco da sempre la complicità coi bambini e non l’obbedienza, mi spingerei oltre dicendo “la sottomissione”.  Quando mi viene detto che il bambino deve riconoscere l’autorità, comprendo bene il tipo di relazione che si vuole avere con la classe.

Nel pianificare i miei step educativi (vedi sopra), ho ideato una piccola scheda autovalutativa che proporrò ai miei alunni. 

Non sapendo ancora leggere, ho impostato i contenuti tramite immagini. Al momento, i criteri presi in considerazione sono tre: 

– il tono della voce

– l’aiuto agli altri

– il grado di facilità dell’attività 

Ho a cuore che i bambini abbiano un approccio quanto più positivo con il loro modo di concepire il mondo esterno e, quindi, non parlo di difficoltà. Al contrario, chiedo loro “quanto era facile l’attività”. Affianco ad ogni criterio ci sono tre cerchi di grandezza crescente. Servono per quantificare l’intensità della risposta data. Ad esempio: com’era il tono della voce? Pallino piccolo = poco alta, pallino medio = abbastanza alta, pallino grande = molto alta. 

Alla fine, al bambino viene richiesto di autovalutarsi. Per farlo userà uno strumento introdotto dal grande maestro Davide Tamagnini: il semaforo! Questo oggetto rende facilmente l’idea della direzione che il bambino ha intrapreso. Esprimerà, quindi, una valutazione per i tre criteri sopra elencati. Questo procedimento, ripetuto nel tempo, restituirà a tutti i bambini un quadro del loro personale percorso di apprendimento sotto diversi punti di vista. 

Vi lascio questa semplice scheda che potrete utilizzare nelle vostre classi prime di scuola primaria. 

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